Murate Art District

La nuova identità parte da un nuovo nome, è così che nasce MAD, acronimo di Murate Art District, un nome breve e rappresentativo dell’arte contemporanea e della sua imprevedibilità.

Il logo, composto da un pattern di quadrati in costante rotazione, rinforza questo progressivo e costante cambiamento
Abbiamo scelto una palette di tre colori vicini alle tonalità di base dello spettro RGB, i tre colori accesi sono rappresentativi del cambiamento e della mutevolezza e distinguono la comunicazione di MAD dalle altre realtà presenti sul territorio, donando dinamicità pur mantenendone la riconoscibilità.

Abbiamo quindi declinato la grafica in tutti i formati necessari a completare l’immagine coordinata di MAD e preparato vari template utili a supportare tutti i futuri eventi ospitati o organizzati dal nuovo brand.

Il design del sito si lega alla nuova identità grafica, le informazioni sono organizzate seguendo una UX chiara e funzionale, mostrando orari e informazioni di rilievo in maniera accessibile. Il colore primario viene scelto automaticamente dal sistema ad ogni nuovo caricamento del sito rafforzando la dinamicità del brand. Il CMS WordPress comprende un page composer che garantisce un’ampia possibilità di personalizzazioni all’interno delle singole pagine e permette un mantenimento indipendente e semplice nel tempo.

Abbiamo creato un archivio digitale in grado di raccogliere tutti i contenuti del sito in modo da offrire agli utenti la fruizione di ogni video, opera, galleria o biografia di artista fuori dal suo contesto originario. Archival Platform organizza in maniera automatica le informazioni secondo dei criteri tassonomici lasciando ai curatori la possibilità di arricchire tali dati tramite tag e categorie specifiche rendendo particolarmente curate tutte le ricerche.

MAD è un distretto culturale, uno spazio di creazione e residenza dedicato ai linguaggi artistici contemporanei, aperto ad artisti di ogni età e provenienza. Situato nell’ex convento delle Murate, quindi carcere cittadino, MAD eredita la memoria del complesso monumentale e la riattiva grazie alla presenza degli artisti che lo abitano quotidianamente, facendone un luogo di libertà e ricerca.